Sala XII: Traiano e Adriano

Nel II secolo d.C., gli imperatori preferiscono il principio della successione adottiva ( adoptio), a quella dinastica: il principe sceglie il proprio successore al di fuori dell’ambito familiare, secondo le qualità politiche e militari del prescelto. 
L’imperatore che inaugura la nuova prassi è Nerva (96-98 d.C.) che adotta Marco Ulpio Traiano (98-117 d.C.), un giovane console che aveva dato prova di grande abilità politica e militare.
Traiano è un valido stratega, dopo aver consolidato il limes (confine) dell’Impero, si dedica alle campagne in Dacia (Romania), ricca di miniere. Con le sue conquiste, l’Impero raggiunge la massima espansione: assoggettata la Dacia (101-102/105-106 d.C.) e l’Arabia (106 d.C.), conquista l’Armenia e la Mesopotamia e occupa Ctesifonte (115-117 d.C.), capitale del regno partico, secolare nemico di Roma. 
Sulle pareti le ricostruzioni al vero di un settore del basamento del Tropaeum Traiani ad Adamclisi (Romania), e dei rilievi dell’Arco di Traiano a Benevento.
Il successore Traiano, Adriano (117-138 d.C.), anch’egli di origine spagnola, conclusa la pace con i Parti, preferisce intraprendere una politica volta al consolidamento della periferia dell’Impero, abbandonando l’audace espansionismo dei suoi predecessori.
Grandiosa e frenetica è l’attività edilizia di Adriano, nell’Urbe e nelle province. Accanto al programma di ricostruzione monumentale del Campo Marzio, nel quale rientra la riedificazione del Pantheon, l’imperatore realizza ex novo grandiose opere, tra le quali il nuovo imponente Mausoleo sulla riva destra del Tevere (attuale Castel Sant’Angelo).
Al centro della sala il plastico della Villa Adriana a Tivoli.

Museo della Civiltà Romana - Sala XII: Traiano e Adriano